Martina Franca (Taranto) |
“Scuola a distanza sì, scuola a distanza no”: a confrontarsi su questo tema “caldo” che sta infiammando giornali, tv, new media, un gruppo di 15 studentesse e studenti del quarto anno del settore Professionale Servizi Commerciali e Pubblicitari dell’IISS “Leonardo da Vinci di Martina Franca, in compagnia della loro insegnante di Italiano, Maria Rosaria Chirulli che ascolta in silenzio per far emergere le voci degli adolescenti, quelle voci che dovrebbero arrivare ai piani alti per ripensare la scuola come comunità e spazio di confronto libero, come officina del pensiero e luogo di interazione verbale ma anche fisica. Voci che sono state intrecciate immaginando una pièce teatrale, un atto unico, calato nel complesso, a volte tragicomico teatro che è la scuola, mantenendo la giusta distanza senza prendersi troppo sul serio.
MARCO: Eh… questo è un momento molto difficile, non ce lo aspettavamo proprio. Il 2020 finirà nei libri di Storia come l’anno del Coronavirus e della didattica a distanza.
ELISA: Sicuro! E chi se lo scorderà. Non dirlo a me che mi trovo a Zuficon…e se tutto va bene dovrei poter tornare in Italia il 6 giugno
STEFANIA: Zuficon? Dove si trova?
ELISA: Ignorante! In Svizzera…
Seguono risate
PROF.SSA CHIRULLI: Non perdiamo il filo, torniamo sull’argomento
MICHELE: La scuola non si ferma!
PROF.SSA CHIRULLI: Mi sembra di cogliere la tua consueta ironia
MICHELE: No, non sono ironico
PROF.SSA CHIRULLI: Mi piacerebbe sapere il tuo punto di vista
MICHELE: A me piace, perché mi permette di lavorare con comodità rispetto all’ambiente scolastico; è anche un lavoro più leggero rispetto a quello di classe, in quanto permette di organizzare il proprio tempo, adattandolo ai nostri ritmi.
MARCO: La didattica a distanza ha aspetti positivi e negativi. Tra quelli positivi c’è l’unione tra noi ragazzi e lo stimolo al senso di responsabilità. Ad esempio nella prima fase con le chat di whatsapp i professori ci hanno trasmesso fiducia. Il digitale è un’opportunità e un’alternativa alle lezioni classiche in presenza, ci permette di organizzare il nostro tempo come vogliamo. Però ci sono anche aspetti negativi: la difficoltà di connettersi…
TOMMASO: Sì, io la mattina ho sonno e non connetto…
GIADA: Non sei solo, amico! Mi scusi, prof. sto scherzando. Però è vero: mica tutti possono connettersi o hanno i computer
PROF.SSA CHIRULLI: Ma tutti avete i telefonini…
TOMMASO: Infatti! Grazie al cellulare anche se siamo fisicamente distanti possiamo stare insieme. Io trovo la didattica a distanza efficace e necessaria proprio quando non si è vicini, permette di dialogare, vedersi e questa è la conferma che l’interlocutore, che in quel momento è in chiamata con te, ti ascolta e comprende al meglio. A me questo sistema piace molto.
FEDERICA: Però per certi lavori, ad esempio per quelli di grafica, non vanno bene. Occorrono i MAC e noi a casa non li abbiamo.
ASIA: Da casa prof non sempre riusciamo a lavorare bene. Da un lato è comodo, anche perché sappiamo di non essere “sorvegliati” da voi, però dall’altro è più complicato concentrarci e prestare attenzione a quello che stiamo facendo. In classe, con il contatto diretto e visivo si ottengono risultati migliori, i prof. ci costringono a stare attenti e poi riusciamo a seguire meglio anche le spiegazioni. Se non capiamo qualcosa lo chiediamo e subito abbiamo la spiegazione.
LEONARDO: A me invece piace perché si è più rilassati e comodi. Si studia nelle proprie case e si riesce a comprendere la lezione. Per me è così.
PAOLO: Anche per me la didattica a distanza è efficace, perché la tecnologia ci sta facendo scoprire nuovi metodi di studio e di fare lezione.
AURORA: La penso come Paolo: la didattica a distanza mi piace e da casa riesco a studiare con maggiore tranquillità.
PROF.SSA CHIRULLI: Sam, vedo nel tuo sguardo un po’ di perplessità. Non sei d’accordo con quello che hanno detto Paolo ed Aurora?
SAM: Allora…non è che non mi piaccia, ma non posso dire che sia chissà quale cosa straordinaria. Sotto alcuni aspetti la didattica a distanza può risultare più comoda, più leggera di quella in presenza a scuola, perché sicuramente si è più rilassati, ma può risultare problematica quando un giorno manca la connessione oppure si verifica un guasto al computer e c’è bisogno dell’intervento di un tecnico per rimediare. Comunque, ripeto: non è che non mi piaccia: la trovo problematica.
FEDERICA: Per me invece la scuola a distanza è complicata. E’ faticoso utilizzare il computer o il cellulare per svolgere i compiti. Dopo svariate ore, gli occhi iniziano a bruciare e ad affaticarsi. Inoltre stando tante ore davanti al computer, perdi la cognizione del tempo e anche il tuo corpo inizia a cedere….Mal di testa, vista annebbiata, stress, dolori a spalle, collo e mani. Anche la comunicazione è più efficace dal vivo. Io preferivo quando stavo a scuola, perché riuscivo a seguire la lezione più attentamente. Se non capivo qualcosa, facevo domande, e sempre avevo delle risposte. Ora mi deconcentro facilmente, e per le audio lezioni sul cellulare sono costretta ad ascoltarle più volte perché la qualità della registrazione è bassa. Tutto ciò mi occupa molto più tempo rispetto a quando stavo a scuola. Poi c’è da dire che non tutti possono permettersi le video-lezioni: bisogna avere un buon computer e ovviamente una buona connessione a internet. Senza questi elementi, non si può seguire una video lezione. Quest’ultima, secondo me, è molto impegnativa. Ci svegliamo presto per stare attaccati al computer per ore, a sentire la lezione senza un confronto fisico. Personalmente, sto riscontrando dei problemi con alcuni programmi del mio computer (come Powerpoint o Photoshop per grafica) perché è molto vecchio, e non riesco a svolgere bene determinati lavori. Io, nonostante stia svolgendo i compiti con regolarità, a volte, non riesco a comprendere la traccia di alcuni compiti che i professori assegnano. Infatti, quando non capisco, chiedo informazioni al prof sulla chat privata di WhatsApp e subito dopo ottengo la risposta. Da questo questo punto di vista, i nostri insegnanti sono molto disponibili. Tuttavia, preferisco la scuola aperta. Secondo me, è il metodo migliore per studiare rispetto alla didattica a distanza, perché c’è contatto diretto con i professori, e di conseguenza puoi chiedere di rispiegare la lezione o di ripetere un passaggio che non hai capito, puoi fare domande ecc… Inoltre ci sono i compagni di classe, che se non capisci qualcosa e non vuoi chiedere al prof, perché sei troppo timido, ti aiutano molto volentieri. Quindi, ancora oggi, non so bene come gestire il tutto, ma pian piano mi adatterò a questa situazione. La didattica a distanza, per quanto sia ben organizzata, non rispecchia le mie esigenze.
SARA: Anch’io trovo la didattica a distanza più complicata e preferisco il contatto diretto con i compagni e i professori. Da casa non sempre è facile comprendere le attività che dobbiamo svolgere e farsi capire al meglio Ad esempio per mostrare alla professoressa una locandina ancora prima di salvarla e chiedere le modifiche da effettuare, occorre eseguire tantissimi screenshot e foto e sperare che la prof non sia troppo occupata per rispondere. Infatti anche per i professori la comunicazione e l’interazione è complicata: hanno molti alunni da seguire e attività da svolgere. Credo che anche per loro non sia semplice gestirci tutti e andare avanti con il programma. Vorrei tornare a scuola, in fin dei conti alzarsi presto la mattina e fare lezione non era così male. La scuola chiusa non è un grande vantaggio per nessuno, anche se comunque si studia lo stesso. Ci siamo trovati impreparati tutti quanti, non abbiamo avuto modo di organizzarci al meglio. Ci siamo adattati con ciò che avevamo. Ci siamo arrangiati. Spero che tutto ciò finisca al più presto e possa tornare alla scuola in presenza.
CLAUDIA: La didattica online permette agli alunni di continuare a seguire le lezioni e quindi di imparare. E’ una situazione nuova, quindi mi ci vorrà del tempo per adattarmi. Al momento non va molto male perché riesco a svolgere i compiti con regolarità, rispettando i tempi di consegna. Del resto anche i professori sono comprensivi e disponibili, infatti mi aiutano quando non comprendo un esercizio che hanno assegnato. Tuttavia, anche se mi trovo abbastanza bene con la didattica a distanza, preferisco di gran lunga il contatto diretto con i docenti, un contatto fatto di sguardi e complicità che solo in presenza rende più efficace la comunicazione. Insomma questa situazione che stiamo affrontando è complicata. Alcuni di noi si sentono più tranquilli con la didattica a distanza e lavorano serenamente, io la trovo fredda e preferisco la presenza reale in classe, perciò spero di poter tornare a scuola quanto prima: mi mancano gli amici e la vita quotidiana.
MIRIANA: Io la penso diversamente: la didattica a distanza mi fa essere più autonoma nello svolgimento dei compiti, posso concentrarmi e svolgere con più efficacia i vari lavori, organizzando il mio tempo al meglio. Questo periodo di isolamento e di distanza, magari può essere proficuo per quando ci sarà una ripresa effettiva, data la situazione che vivo nella mia classe. Il fatto che ci sia una piccola distanza tra un gruppo di studenti e l’altro potrebbe far riflettere ognuno di noi e potrebbe favorire al ritorno una maggiore coesione tra di noi, facendo nascere interesse e solidarietà. Credo che l’attuale impossibilità di vedersi produrrà effetti positivi al rientro. Ad esempio io potrò instaurare dei rapporti migliori anche con chi non andavo particolarmente d’accordo. La scuola non è solo il luogo in cui studiare, ma è anche un’occasione per interagire con gli altri compagni, per fare nuove conoscenze, per migliorarsi e gestire le varie emozioni.
PROF.SSA CHIRULLI: Bene! Ognuno di voi ha espresso la propria opinione e ne è venuto fuori un quadro interessante, una bella testimonianza di questo anno scolastico che certamente, come ha detto Marco, passerà alla Storia. Intanto noi ci auguriamo che a passare in fretta sia il Coronavirus. Intanto, per non perdere la memoria di quello che stiamo vivendo, direi che è proprio il caso di pubblicare questa nostra chiacchierata!
