Cosa conta… in questo momento?


 

Martina Franca (Taranto) |
Il mondo è bello perché è vario, giusto? Due mesi fa concordavo pienamente con questo proverbio, ad oggi però preferirei che tutto il mondo avesse l’unanimità riguardo al pensiero della gente.Prima che questa “enorme bestia”, se posso permettermi di definirla così, arrivasse in Italia, ero schierata dalla parte della gioventù, non mi interessava seguire i telegiornali, preferivo guardare una serie su Netflix e ogni qual volta sentivo nominare la parola Cina tentavo di deviare il discorso. Non so perché non volessi mai affrontare l’argomento, ma posso dire con certezza che questo mio comportamento mi ha portata a farlo quando ormai aveva preso il sopravvento.Si, sto parlando del contagio del 2020: il corona virus, conosciuto anche come Covid 19.Non mi sarei mai aspettata di attraversare un periodo così tragico, ho sempre studiato la storia, ma mai avvicinandomi troppo ad essa, l’ho sempre considerata come una realtà distante, quasi trasformandola in fantasia.Il pensiero che mentre scrivo, al di fuori delle quattro mura in cui mi trovo sta succedendo qualcosa che forse i miei nipoti potranno leggere sui libri, mi intriga, ma allo stesso tempo mi spaventa da morire.Mi spaventa perché da un giorno all’altro è come se si fosse fermato tutto: si è bloccata l’economia, ci sono bambini che hanno perso i genitori, i nonni e non hanno neanche potuto salutarli con un funerale, ci sono persone che hanno paura e rischiano di non arrivare a fine mese, perché hanno una famiglia da mantenere e purtroppo non possono lavorare.Potrei stare qui tutto il giorno a scrivere cosa ormai siamo impossibilitati a fare, ma sarebbe inutile, credo che tutti abbiano capito ciò che si può e ciò che non si può fare, il resto sta nell’intelligenza dell’agire.Non saprei neanche da dove cominciare a spiegare a quelle persone, che pensano che le cautele attuate siano esagerate e che la situazione sia enormemente enfatizzata, che forse è arrivato il momento di fermarsi a pensare.Pensare che è ancora sconosciuto il modo per combattere questo virus, che i posti negli ospedali stanno finendo e che il numero dei contagi cresce quotidianamente a dismisura.Questo, accomunato al fatto che il Covid 19 non è l’unico male presente, ma che ci sono moltissime persone che soffrono di altre patologie, porta a trascurare, purtroppo, persone malate che avrebbero meritato una giusta cura.Perché bisogna arrivare a questo? Perché non rispettarci l’un l’altro tentando di sconfiggere il tutto? Ho 18 anni, mi piacerebbe uscire ogni pomeriggio con le mie amiche, andare a fare shopping e fermarmi in qualche bar, come qualsiasi persona in questo momento, piccola o grande che sia; nessuno di noi è abituato a stare 24 ore su 24 a casa, senza avere contatti con altre persone al di fuori della propria famiglia, tutti ci sentiamo soffocati da questa realtà, ma al contempo la maggior parte della popolazione sta sacrificando il proprio benessere.Alla gente che non riconosce la pericolosità di questo virus, bisognerebbe far vedere quante persone muoiono ogni giorno e quante invece continuano ad ammalarsi arrivando negli ospedali intubati. Inoltre bisognerebbe spiegar loro che non è una semplice influenza che attacca solo gli anziani già malati, al contrario, i dati riportano circa la metà del numero dei contagi a persone di età inferiore ai 65 anni, precedentemente sani.Non è da ignorare il fatto che il virus sia trasmissibile anche da una minuscola goccia di sudore, di saliva o da una stretta di mano e non è per niente trascurabile il fatto che esso possa presentarsi anche in modo asintomatico.Trattando quest’ultimo caso, la gente che continua ad uscire in massa, credendo di frequentare persone immuni al Corona virus, è consapevole di che tipo di danno sta arrecando non solo a se stesso, ma al resto del mondo?Quarantena, che strana questa parola, l’ultima volta l’avrò forse sentita in un film o letta in qualche capitolo di storia di cui parlavo prima; oggi la sto vivendo e forse non dovrebbe neanche chiamarsi così, quarantena deriva da 40, 40 giorni in modo specifico, ma adesso, come sappiamo bene tutti, non c’è una data che pone fine a tutto questo.Sarebbe stato il mio ultimo anno di scuole superiori, gli ultimi mesi, i più belli; i mesi in cui ogni ragazzo ha mille sentimenti e sensazioni che si contrastano tra loro: ansia, felicità, tristezza, angoscia. Non so come si svolgerà la mia maturità, non so come prenderò quel diploma che mi mette ansia da ben 5 anni solo al pensiero e non so se rivedrò i miei compagni di classe prima di iniziare il mio percorso universitario o dovrò purtroppo affrontare quest’esame online.Nessuno è capace di rispondere alle proprie domande, ma tutti possiamo fare qualcosa per far sì che arrivino le risposte che vogliamo sentire.In questo momento sono le 02:05 del 23 marzo e non lo so neanche io perché invece di dormire sto scrivendo sulle note del mio cellulare, ho tanti pensieri per la testa, a volte la realtà non mi sembra vera ed altre lo sembra talmente tanto al tal punto di suscitare in me confusione e amarezza.È estremamente tormentoso non sapere come si evolverà la situazione e come saremo tutti noi tra qualche mese, ma allo stesso tempo ognuno di noi, approfittando della situazione, dovrebbe imparare a riconoscere la fortuna da cui è circondato.In prima persona ammetto, che prima che succedesse tutto questo, non davo alla mia “casa”, e per casa intendo famiglia, l’importanza che merita; si forse c’ero a tavola a pranzo e a cena, ma non come dovrebbe esserci una figlia/sorella.In questi giorni ho scoperto di aver trascurato cose che forse mi sarebbe piaciuto fare da sempre, come insegnare i balli di gruppo a mia madre, truccare mia sorella e addirittura tagliare i capelli a mio fratello; si tratta di piccole cose, forse anche ridicole, ma che mi hanno resa e continuano a rendermi felice.Credo di aver divagato anche troppo, ma il messaggio principale che tengo a far arrivare specialmente ai ragazzi è che stiamo vivendo una sorta di guerra e il nostro nemico è invisibile: apriamo le menti e attiviamo il buon senso.
Francesca Pisano, V^ O IISS “Leonardo Da Vinci” – Martina Franca

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